Con le poche forze che gli rimanevano, dopo la ferita grave subita nella notte, Ludovico volle scrivere un uotimo salito ai fratelli soldati che con lui avevan diviso l'nore di combattere nell'esercito fiorentino: con la penna d'oca in una mano tremolante cominciò ..
Fratelli, soldati come me per la gloriosa Firenze, ho sempre cercato di servire la mia amata Repubblica, eseguendo gli ordini dei miei superiori convinto delle capacità di chi mi ha sempre guidato.
Stanotte ho ricevuto la prima e forse ultima ferita in battaglia, che sebbene non mi abbia tolto il respiro, comprendo dallo sguardo di chi mi è attorno, che difficilemente possa asser sanata.
Prima che le ultime forze mi abbandonino, ho voluto scrivere queste parole, per salutare tutti coloro che ho conosciuto, tutti coloro con cui ho avuto l'onore di servire la mia amata Firenze.
Non rinnego niente del mio passato, convinto di aver sempre agito onestamente e sempre pensando al bene della Repubblica, ed all'onore della mia famiglia.
Spero che potremo incontrarci un giorno tutti insieme, là dove i soldati si riuniscono oltre la morte, là dove spero che giungerò anch'io.
Un caro abbraccio ai miei cari genitori, un ultimo orgoglioso saluto alla mia mata Firenze.
Ludovico Pitti,
soldato dell'esercito fiorentino