Rallentò il passo del suo cavallo quando entrò in città e seguendo il suo istinto arrivò fino a quello che sembrava essere il centro: bancarelle, via vai di gente dai vestiti sontuosi....
Abbassò lo sguardo su quanto indossava.
Gli stivali coperti di polvere e fango, i pantaloni sgualciti... la camicia era pulita, l'aveva lavata nell'Arno il giorno prima e la indossava solo da qualche ora.
- Oh beh... pensò - ... dopo tutto non sarei credibile se arrivassi fresca come una rosa come una duchessa nulla facente con tanto di dame di compagnia! Jebiga! Io sono una combattente, ho attraversato mezzo continente per venire qui, non viaggio in carrozza come le damine viziate, non ho il tempo nè il baule con abiti speciali per vestirmi di porcellana. Se valuteranno il valore mio e del Regno che rappresento dagli abiti che indosso vorrà dire che sono venuta fin qui per niente! -
Uno sbuffo del suo cavallo sembrò sottolineare ed apprezzare i suoi pensieri e Lachtna si mise a ridere.
- Cos'hai Konj, sei d'accordo con me? - Il cavallo fece uno strano movimento con la testa e sbuffò di nuovo.
- Da quando esattamente mi leggi nel pensiero Konj? E comunque non sono affari tuoi come mi vesto Pensa che stasera dormirai in una stalla e avrai della biada!!! - annuì.
Il cavallo sbuffò di nuovo con insistenza.
Lachtna voltò la testa per scrutare la sua guardia del corpo giusto in tempo per vedere che faceva no con la testa posandosi una mano sulla fronte.
Gli fece una pernacchia e rise svoltando all'improvviso per metterlo in agitazione e senza volerlo si ritrovò davanti a un palazzo che le sembrava di avere già visto.
- Ecco! E' qui. -
Saltò giù dal cavallo mentre Vlada arrivava appena in tempo per prendere le redini che Lachtna aveva lasciato e cominciò a salire le scale. Un gradino dopo l'altro, leggermente chinata per sbattere la polvere via dai pantaloni, arrivò in cima che sembrava quasi presentabile. Si aggiustò i capelli ribelli che nel sole del mezzodì splendevano ancora rossi seppur con qualche ciocca color oro, segno della non più giovane età, si aggiustò la camicia ed entrò.
L'usciere le andò incontro quasi correndo, forse contrariato per la camminata e i modi pratici e risoluti di questa "donna ragazzaccio" lei gli sorrise allegra.
- Buon giorno!! Sono Arrivata! Sono la Duchessa Lachtna Kosaca, Ministro degli Affari Esteri del Regno di Bosnia. - sorrise e prima che il poveretto potesse proferire parola gli allungò una pergamena.
- Ho ricevuto un invito dal vostro Gran Ciambellano, se volete, per favore, informarlo del mio arrivo vi sarei molto grata.- Sorrise e si guardò intorno.
- Intanto che aspetto posso sedermi da qualche parte? -